Lo sapevate che esistono almeno cinque diversi metodi di produzione per fare lo Champagne Rosé ?  Il Rosé è una varietà di Champagne che, infatti, ha l’autorizzazione ad essere ottenuto in diversi modi.  Il più utilizzato è sicuramente il “Rosé d’assemblage” o “Méthode Mélange”. Esso consiste nell’aggiunta alle cuvée base di una percentuale di vino rosso – variabile dal 10% al 20%. In tal modo si mantiene la freschezza del vino d’origine, si evitano ossidazioni precoci e si ha la certezza di ottenere il colore voluto.
Col Méthode de Saignée il vino riceve il colore rosa grazie alla macerazione delle bucce del Pinot Nero o del Pinot Meunier- o entrambi – nel mosto per un periodo variabile da 6 a 10 ore ed oltre, si avranno così maggiori profumi fruttati. E’ questo un sistema che richiede sicuramente maggiori attenzioni da parte del produttore.
È anche possibile produrre Rosé utilizzando il metodo “Rosé de Noirs”, aggiungendo alla cuvée bianca di base un vino ottenuto dalla torchiatura prolungata di grappoli di uve rosse, nella fase di fermentazione. La mescola finale produrrà un Rosé scarico, quasi grigio detto anche “Oeil de perdrix” o occhio di pernice.
Il sistema utilizzato più di recente è il metodo “Rosé de Cuvaison”, per il quale, dopo la pigiatura, le bucce a bacca rossa restano a contatto col mosto per diverse ore, in recipienti a temperatura controllata per far sì che possano essere estratti gli aromi primari presenti nella loro parte interna. Si ottengono così vini dal colore assai carico, con profumi assai più intensi, fruttati e definiti, il controllo delle temperature limita al massimo la possibilità di ossidazione precoce.
Infine è consentito anche mescolare una piccola percentuale di vino rosso al “liqueur d’expédition” dopo di che si procederà al “poignetage”, che consiste nello scuotere le bottiglia in modo da ottenere una buona amalgama tra il vino base e le aggiunte fatte. (Alessandro Federzoni , Premiere Italia)