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Festeggiare il vino del Vulture è festeggiare la vita. Assaggio grazie all’enologo Fabio Mecca – uno fra gli emergenti dei giovani winemaker italiani –  una delle piu’ belle interpretazioni di un’uva difficile quale l’aglianico. Rispetto per il territorio, circa 50 quintali per ettaro, vinificazione da vendemmia di uve surmature, attesa per il momento giusto, 100% in purezza, grande equilibrio nell’apporto tannico dei legni, una freschezza che non ti aspetti per un vino di 14 gradi, un bel rosso intenso che sembra quasi il colore dello spazio “interstellare” nel bicchiere. Sentori di frutta matura , dalla frutta di bosco alla ciliegia, al fico maturo , quello violaceo per intendersi. E’ il risultato della passione per un vigneto d’età media di 35 anni su terreni vulcanici.
Nel 2012 l’azienda agricola Grimolizzi, risalente agli inizi dell’800, decide di inserirsi in un altro settore. Dopo aver acquistato la vigna, effettua un secondo acquisto: una cantina scavata in grotta naturale di tufo. La Cantina il Passo prende il nome dal primo terreno che si incontra quando si arriva all’azienda: un oliveto soprannominato “Il Passo”, considerato dalla famiglia Grimolizzi il luogo di partenza dal quale si estende tutta l’azienda verso la collina. Il nome del vino “Alberi in piano” prende spunto dalle origini dell’azienda, quando il fondatore Francesco Grimolizzi decise di comprare la masseria che era ed è tutt’ora soprannominata “Contrada Alberi in piano”. Ecco il motivo per il quale l’azienda si chiama “Il Passo”, perché è il luogo di partenza. L’azienda Il Passo produce l’Aglianico del Vulture, sotto indicazione di Fabio Mecca, enologo di fiducia, che affianca l’azienda fin dalle origini.
L’Aglianico non è un’uva romana, ma venne portata nel sud Italia dai greci (l’antico Ellenico). È un vitigno tardivo, visto che la raccolta delle uve avviene normalmente ad ottobre inoltrato. Rispetto ad alcune varietà precoci come il Primitivo o il Merlot, che vengono vendemmiati a fine agosto-inizio di settembre, abbiamo con l’Aglianico un naturale ritardo vegetativo di 40-50 giorni con tutto ciò che può accadere nel frattempo. L’Aglianico rappresenta quindi un vitigno difficile da gestire e naturalmente sottoposto a numerosi rischi meteorologici.