“Perduta” la denominazione Tocai all’enologia del Friuli è toccato in sorte il “Friulano”, nuovo nome del vitigno che dà vita al più celebre dei bianchi autoctoni del Nordest italiano: pieno e robusto al palato, mantiene un ottimo bilanciamento tra freschezza e morbidezza e si impreziosisce di una sfumatura minerale che lo rende particolarmente intrigante.
Torre Rosazza dal 1979 fa parte di Genagricola, delle Assicurazioni Generali di Trieste: si tratta di 90 ettari di collina, a 250 metri sul livello del mare, dove giungono alla maturazione perfetta delle uve di autoctoni di forte riconoscibilità. Le vigne di Torre Rosazza affondano le radici in un terreno composto principalmente di marne e arenarie, minerali ideali per la vinificazione. Di questo Friulano le uve diraspate vengono pressate sofficemente e criomacerate. La fermentazione alcolica avviene in acciaio, alla temperatura costante di 16°C. Il vino permane sui lieviti per circa quattro mesi e dopo l’imbottigliamento si affina in bottiglia per almeno due mesi. Il colore è giallo vivo di media intensità, cristallino nel calice. Ha profumi netti e definiti tra cui si scoprono i fiori di campo, il gelsomino e la pera. In bocca è compatto e vibrante, facile da approcciare e piacevole. Di buona struttura e persistenza, lascia trasparire una piacevole nota minerale che dona sapidità alla chiusura.