Metti una colazione di lavoro di mezza estate, colline di Sommacampagna, dehors con pergola ed una leggera brezza da nordest. Tipico pranzo basato su leggerezza e velocità: insalata verde d’antipasto e un piatto di fettuccine fatte a mano. Per accompagnare il tutto, un Custoza che di queste colline è il protagonista indiscusso. In particolare, un Custoza Superiore – quindi proveniente da un ben determinato vigneto -: quello di Cà del Magro, proprio sotto la collina dell’Ossario, rivolto a mezzogiorno, uno dei cru di Monte del Frà. Il vigneto è di circa otto ettari di superficie, è stato avviato una quarantina d’anni fa, e vi sono coltivati Garganega, Trebbiano toscano, Friulano, Cortese, Chardonnay, Riesling italico, Malvasia e, infine, Incrocio Manzoni. La collina di Custoza è di origine morenica, formata dal materiale di riporto spostato dal ghiacciaio che ha dato origine al lago di Gardamda cui dista – in linea d’aria – pochissimi chilometri beneficiando così appieno del clima mediterraneo che genera.
Della massa, la parte a Garganega dopo la criomacerazione e la spremitura soffice svolge la fermentazione e un primo affinamento sui propri lieviti in barrique per un periodo di quattro mesi; il resto della massa viene lavorato esclusivamente in acciaio restando a contatto coi lieviti per un analogo periodo. Creato il blend, questo Custoza Superiore affina per altri sei mesi prima della messa in commercio. Va detto, inoltre, che questo è il più premiato Custoza DOC tanto a livello nazionale che internazionale e rappresenta il vino della svolta per Monte del Frà avviata con un programma di zonazione, valorizzazione dei cru (oltre a Cà del Magro, ci sono Colombara, Lena di Mezzo e la “single vineyard” Scarnocchio) e di incremento qualitativo che poggia su circa 200 ettari in produzione (160 circa di proprietà) in tutte le denominazioni veronesi.
Immediate al naso le note, i profumi, di fiori di campo, pesca a pasta bianca, cedro, glicine e vaniglia con note più tropicali come l’ananas. Un attimo di evoluzione ed emerge il rosmarino che diventa una delle note più persistenti e caratteristiche nel bicchiere. Il palato è ampio, ricco; coerente con l’olfatto e tornano le note di frutta bianca, di agrumi e spezie dolci. Il finale è lungo, assai persistente, sapido e molto invitante ad una successiva beva. Dall’eccezionale rapporto qualità/prezzo. Da avere sempre in cantina.