I vigneti di Greganico sono ubicati nei dintorni dell’abitato di Menfi, Agrigento, su basse colline, di fronte al mare, rivolte a sud che si erigono sino ai 250 metri d’altitudine. Il terreno è sabbioso, di medio impasto. La vendemmia avviene proprio in questi giorni, fra la fine di settembre ed i primi di ottobre. Le uve vengono raffreddate a 5 gradi e quindi pressate. Tutta la lavorazione si svolge in acciaio e dopo un breve affinamento in bottiglia il Grecanico è pronto per la commercializzazione. Un vino fresco, di ottima fattura (Mandrarossa è il top brand di Cantine Settesoli, una delle più belle realtà cooperative italiane) che affonda le sue radici nella storia della viticoltura mediterranea. Il nome indica ovviamente un’origine orientale, risalente ai tempi della Magna Grecia. Studi sul DNA di questo vitigno hanno però confermato la perfetta corrispondenza con la veneta Garganega (che è componente fondamentale del Soave) e, risultando i due areali di coltivazione distanti fra loro più di mille chilometri e l’assenza di questo vitigno nel territorio di mezzo, fa un po’ pensare a come questo vitigno sia passato dalla Sicilia al Veneto e poi in Catalogna dove un vitigno dall’identico profilo genetico, la Malvasia de Manresa, ha vissuto per secoli sino a rischiare in questi anni il totale abbandono. Facile ipotizzare un passaggio su navi, ma resta l’affascinante passato di questo vitigno e il viaggio che ha compiuto nell’antichità. Ciò detto, com’è nel bicchiere? Preparatevi ad un bellissimo vino, capace di affiancare un aperitivo ed anche un pranzo completo. Ottimo col pesce, le carni bianche, le insalate…ok, andiamo verso la stagione fredda, ma non sottovalutate i suoi preziosi profumi di bergamotto, erbe medicinali e macchia mediterranea. Il palato è importante, vibrante, dove tornano le note agrumate e mediterranee, un finale sapido, un palato che rimane e che chiama una seconda beva. Mandrarossa conferma la sua fama con questo Grecanico Dorato, un vino che fa anelare la prossima estate.