Fondata nel 1899, Champagne Pannier gode di una salda e robusta reputazione in virtù di una grande attenzione alla qualità ed all’identità di marca. Questa bottiglia è stata abbandonata per anni – imbarazzante a dirsi – in un magazzino che, fortunatamente, l’ha preservata al buio e ad una temperatura – riteniamo – costante. Recuperata durante il più drammatico dei traslochi è stata immediatamente posta in frigo. Insomma, quanto succede a tantissimi fra noi, magari un po’ disattenti alle sorti della propria cantina. Grave, ma può succedere. L’occasione però ideale, a questo punto, per valutare la capacità di resilienza di questo Champagne già “rodato” da cinque anni di elevazione nelle cantine medievali della maison di Château-Thierry nel cuore della vallata della Marna. Come per tutte le bollicine di quella generazione, il tappo non impressiona per struttura e tensione, ma va detto che avendo fatto il suo lavoro al 100% questo Blanc de Noirs non conosce altra ossidazione se non quella legata alla sua naturale evoluzione. Il blend di questa Cuvée dedicata al fondatore di Champagne Pannier, vede Pinot noir in larghissima percentuale con una “spruzzata” di Pinot meunier in una percentuale che, a seconda dell’annata, va dal 2 al 7%. Cinque anni sui lieviti nelle caves e poi un lungo viaggio verso il magazzino finale. Onestamente, molte speranze e poche certezze su queste bollicine, dopo anni di oblio e di assenza di attenzioni. Invece…invece, dopo un impatto alcolico potente, dal bicchiere emerge una storia ricca e di valore.

Mela golden, limone, note di lievito, spezie e un leggero pizzico di caffè al naso.

Al palato è asciutto e di corpo con una acidità ancora vitale. Sapori di crema, frutta matura, buccia di pompelmo a dare una nota più amara, spezie da forno, mineralità e liquirizia, così noci e frutta secca nel finale.

Coerente, persistente e vigoroso. Da rendere obbligata una nuova missione SAR in magazzino! Dedicato a quei produttori che ancora non mettono da parte aliquote delle proprie produzioni annuali ed ai winelover più distratti (ma baciati dalla sorte). Ah les Français!