Il cambiamento nei gusti dei winelover è evidente: basta con gli eccessi degli extradry stucchevoli che a colpi di zuccheri rendono identici i Prosecchi. Una banalizzazione che, aggiunta alla confusione che ancora genera la DOC, non aiuta le DOCG di collina a far valere il gran lavoro profuso in campagna e a monetizzare il giusto profitto. Da qui l’emergere di una nuova generazione di Prosecco extra-brut.
Ad inizio agosto il Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo ha approvato le modifiche al disciplinare di produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”, consentendo la produzione della tipologia “Extra Brut”. In questo, confermando un’intuizione di casa Ruggeri che, a inizio millennio, aveva presentato uno spumante con un residuo zuccherino di circa 4,5 g/l prodotto con uve Glera.
Saltèr (il nome rievoca la figura che un tempo veniva incaricata di presidiare i vigneti prima della vendemmia) presenta all’olfatto una sfumatura floreale che lascia successivamente spazio ad un frutto ampio di mela verde croccante e pera Williams. Il gusto è asciutto, fresco e delicato, equilibrato e dal lungo finale. Questa versione molto secca del Prosecco esalta il grande carattere del vitigno Glera e delle altre varietà autoctone Verdiso e Perera, che da secoli vengono coltivate nei vigneti delle colline del Valdobbiadene.