Start-up nel 1993 coi primi tre ettari e mezzo acquisiti in Valpolicella, Buglioni è oggi diventato uno dei player più interessanti del distretto scaligero. Gli ettari vitati sono saliti a 46 (alla sede originaria di Corrubio si sono aggiunti nuovi vigneti a Sant’Ambrogio di Valpolicella ed a San Pietro in Cariano); le bottiglie prodotte a 150mila l’anno, ma soprattutto è diventata una sorta di modello per l’integrazione avviata sin da subito col turismo. Oggi un Relais – la Dimora del Bugiardo -, una Locanda di charme e, soprattutto, tre Osterie del Bugiardo nel cuore storico di Verona (in Corso Porta Borsàri, a pochi metri da Piazza delle Erbe), a Villafranca di Verona ed a Santa Maria di Negrar. Le Osterie hanno rappresentato una delle chiavi del successo per Buglioni – lo skill del fondatore Alfredo Buglioni vede non a caso una solida esperienza nel tessile-abbigliamento, dalla produzione alla vendita – diventando il primo punto di vendita e promozione della cantina, un modello seguito ancora con troppa titubanza dal settore rappresentando però una delle chiavi per una ottimale e profittevole gestione.

Grande il lavoro fatto sulla qualità dei vini partendo dai classici della Valpolicella – Amarone, base e Riserva, Recioto, Ripasso (un “falso” Amarone da cui deriva tutta l’efficace strategia di comunicazione del brand), Valpolicella – basati sugli autoctoni corvina, corvinone, rondinella e molinara cui si sono aggiunti più recentemente oseleta, croatina e garganega.

Come conseguenza dei nuovi impianti anche due metodi charmat e un nuovissimo metodo ancestrale su base molinara.

Molì Metodo ancentrale zero dosage 2016

Grande la curiosità per questo vin mousseaux che nasce dalla più tradizionale tecnica per arrivare ad un vino frizzante/spumante: leggera pressatura delle uve per estrarre i lieviti autoctoni presenti sulle bucce; fermentazione in acciaio inox a temperatura controllata, di solito a bassa temperatura. Qui la fermentazione viene prima rallentata e poi bloccata conservando un contenuto di zuccheri sufficiente per la rifermentazione in bottiglia, senza ulteriori aggiunte di zuccheri e lieviti. Con la riscoperta dell’interesse per vini “naturali” ha ripreso forza questa tecnica di spumantizzazione che trova importanti testimonianze in Champagne, a Limoux e in Italia, Lambrusco ad esempio, ma non soltanto. In questo caso, le uve utilizzate sono di molinara, la pressatura ha quindi evitato il contatto mosto/bucce, un blanc-de-noirs se vogliamo tirarcela un po’. Nel bicchiere, ovviamente, il vino è un po’ torbido (ma è normale che sia così, guai fosse il contrario…), con un perlage però di bella consistenza. Al naso sono immediati i profumi di lievito e di frutta a pasta bianca; il palato è bello vibrante, tornano note fruttate e si evidenzia una spalla acida importante. Note aromatiche ed un finale di frutta secca con mandorla amara a rendere non stucchevole il vino e invitante ad una ulteriore beva. Poche le bottiglie in circolazione – appena mille200 -; consideriamolo quindi un primo passo verso una produzione più importante, del resto giustificata dalla qualità del Molì.

Valpolicella Classico Superiore DOC “L’Imperfetto2016

Ecco, se cercate un Valpolicella “classico”, un vino che sia il testimone ideale della denominazione, con L’Imperfetto lo avete trovato. L’uvaggio vede 50% corvina, 20% corvinone, 25% rondinella e croatina a chiudere. Le note tecniche segnalano una macerazione di 10 giorni per le uve fresche e di 20 per quelle appassite. Il vino ottenuto dalle uve fresche a settembre viene assemblato con quello da uve passite vinificate a novembre. Fermentazione malolattica svolta. Affinamento in tonneaux di rovere per 6/8 mesi .

La degustazione dell’Imperfetto è davvero appagante. Già al naso è un’esplosione di profumi caldi e profondi, molto netti. Frutta rossa matura, ciliegia in confettura, rabarbaro, sottobosco e cuoio. Il palato è estremamente coerente col naso, molto caldo, ricco: tornano le note fruttate, marasca e durone sotto alcol, prugna, tabacco e cuoio. Un finale maschio segue un ingresso morbido. Molto persistente, dal finale interminabile. Di grande soddisfazione, invitante nonostante un’impronta alcolica che si palesa importante. Un grande vino, un ottimo testimonial per Buglioni.