Nel 1893 Luigi Cecchi, “palatista” di Poggiboni, mise a frutto la sua capacità di assaggiare professionalmente il vino ed avviò l’azienda vinicola che, 125 anni dopo, ancora porta il suo nome. Cecchi è una delle maison toscane più note al grande pubblico – il suo Morellino di Scansano è stato uno dei primi clamorosi successi delle enoteche nella grande distribuzione ed è ancor oggi la prima etichetta venduta nel canale moderno – e dagli Anni Sessanta in poi è stata protagonista di una importante politica di crescita e di acquisizioni. Partendo da vigneti in Toscana aggiungendo al Chianti Classico la Maremma, Scansano, San Gimignano per arrivare poi in Umbria col Sagrantino di Montefalco. Ad oggi, la famiglia Cecchi possiede 400 ettari vitati di cui 230 sono a conduzione biologica a conferma dell’attenzione al tema della sostenibilità che vede la maison toscana impegnarsi fortemente nel riutilizzo delle acque reflue per combattere lo spreco di acqua dolce.
«In effetti – spiega Andrea Cecchi, quarta generazione in azienda, oggi amministratore delegato – la Toscana non ha soltanto un grande passato nel vino, ma ha soprattutto un grande futuro. Abbiamo riscoperto la territorialità, stiamo valorizzando i nostri autoctoni, e stiamo spingendo fortissimo sulla sostenibilità ambientale e sociale: questa regione, fatta di alternanza nelle coltivazioni, con una quota importante di patrimonio boschivo, beneficiata da un clima unico, è la culla ideale per il biologico, un progetto che coinvolge tantissime imprese “appassionate“».
Villa Cerna è stata la prima grande acquisizione della famiglia Cecchi. Ubicata alla porta d’ingresso del Chianti classico da nord, affacciata verso Castellina, vigneto sin dall’anno Mille, è stata oggetto di importanti lavori nella sistemazione della campagna e nella costruzione della cantina e della Foresteria che permette ai winelover di godere in loco dei frutti della Villa: 80 ettari complessivi di vigneto a Sangiovese, Colorino e Cabernet sauvignon su una collina che arriva sino quasi ai 300 metri sul livello del mare.
Il Chianti Classico Riserva 2015 viene realizzato seguendo la più classica delle tradizioni: lunga macerazione sulle bucce, affinamento di quattordici mesi in barrique e tonneaux, altri nove mesi in bottiglia prima di sbarcare nelle enoteche e nella ristorazione d’alta gamma. Per chi ama il Chianti, questa Riserva è una grande conferma: potente sin dal colore nel bicchiere, sprigiona immediatamente profumi di frutta nera, sottobosco, ciliegia sottospirito, un accenno balsamico. E, ancora, le classiche note dell’affinamento: spezie, cuoio, un finale di the nero. Il palato è altrettanto potente, ampio e caldo, con un primo impatto di grande intensità cui segue un grande equilibrio. Tornano le note fruttate, la ciliegia, la prugna, il rabarbaro. Mai pesante, mai soverchiante, impone la sua “presenza” con una grandissima eleganza. E’ molto lungo, ha un finale sapido che si chiude su una nota di marasca. E’ molto invitante alla beva, e non fa avvertire il suo grado alcolico. Soprattutto, riesce a star bene con tutto. Un vero compagno di tavola, un amico da avere sempre in cantina.