Per festeggiare i natali dell’Urbe proponiamo il vino di Roma, un Frascati Docg eccellente che l’Azienda Agricola Casale Vallechiesa propone in quel di Frascati. A pochi chilometri dalla città eterna.

Un podere che vale una visita. Alle pendici delle colline che addobbano la Capitale d’Italia, che si estende sino a  Pietra Porzia. In questa winery di lusso Aristide Gasperini, alla quinta generazione, porta avanti in armonia il suo sogno con la moglie Cristina e il figlio Bruno junior. Siamo, potremmo dire, nel cuore del Frascati che cerca di ritrovare un equilibrio tra modernità e tradizione.  Vini che si bevano non solamente per il passato. «Il sogno di avere una propria cantina fu iniziato dal bisnonno. Siamo dunque alla quinta generazione che ha messo la sua radice in questo bellissimo tesoro e vuole portare avanti una strada di sempre maggior notorietà per vini che già lo furono in passato – racconta Aristide – ma con caratteristiche scarsamente appealing per la contemporaneità. Il mio bisnonno faceva uno dei mestieri più antichi, er carrettiere, scendendo nella Roma da poco capitale d’Italia. Era il 1880, quando spesso era ancora buio, con le sue botti . E sognava di venire nella Capitale in gran fermento in abiti civili per “fasse un goccio bono de Frascati” come dice lo stornello. Casale Vallechiesa è un’azienda agricola che prosegue in maniera ininterrotta «una tradizione familiare da oltre 130 anni. La produzione di vini di eccellenza la contraddistingue, solamente Docg, Doc e Igt, cioè vini totalmente tracciati e garantiti. Mettiamo grande cura nel vigneto, basse rese per ettaro,  alle nostre bottiglie, esprimendo la tipicità e l’originalità dei vini territoriali, con una particolare attenzione all’innovazione per una continua evoluzione».

Particolare personaggio Aristide, vero cantore del territorio,  che ha non comuni doti da raccontatore, classe 1962. Il suo vino che proponiamo è l’Heredio  2018 Frascati Docg. Profumato al naso, con sentori di gelsomino e fiori bianchi. Un vino che fa soltanto acciaio e bene esprime, grazie ad una texture soffice, creata con la cura estrema nella  separazione dalle bucce, le peculiarità del mosto e della bella vendemmia 2018. In bocca una buona stoffa, fresco e minerale quanto basta per stuzzicare la beva. Un vino bianco con un bel giallo paglierino, una luminosa veste dorata, con profumi terziari balsamici e note di zagara. Finale di granny smith e pompelmo. La prima annata fu il 1992. La vendemmia rigorosamente manuale da settembre in poi, mentre ferve l’attesa per l’annata 2019 e la vendemmia 2020 si prospetta, salvo imprevisti , molto buona.