L’argilla bianca è onnipresente nei terreni della Doc Lugana, più prossimi al grande Lago di Garda. Il territorio è uno dei più frastagliati e complessi d’Italia, con nuances particolari che consentono soprattutto alle piccole realtà di fare esaltare le loro peculiari caratteristiche. L’area di produzione del Lugana si situa in un territorio la cui storia geologica risale a 200 milioni di anni fa. Questa origine antichissima ne determina alcune caratteristiche peculiari e uniche. La natura del terreno di origine morenica, al tempo stesso argilloso e calcareo, creano condizioni del tutto uniche per la coltivazione della vite di Turbiana. Da un punto di vista morfologico-genetico il comune di Pozzolengo è inserito nel contesto dell’anfiteatro morenico del Lago di Garda. I lineamenti morfologici sono la diretta conseguenza sia delle glaciazioni sia dall’azione erosiva provocata dai corsi d’acqua.
Così il Lugana selezionato da Scuderia Italia appare quasi un vino ribelle agli schemi classici per i turbiana. Fatto da vigne d’età media tra 40 e 50 anni, con conferimenti da piccoli appezzamenti che in totale assommano a circa 15 ettari di uve selezionatissime. Affina un anno in acciaio sur lie . vinificato in quasi totale assenza di ossigeno. Cio’ anche per consentire nuance che ricordano i vini nordici.
Dal punto di vista vitivinicolo il territorio del Lugana è diviso sostanzialmente in due zone. La prima, più ampia, quella delle argille più coriacee, è di natura pianeggiante e si estende orizzontalmente lungo l’entroterra compreso tra Desenzano, Sirmione, una parte del comune di Pozzolengo e Peschiera, che rappresenta il cuore della denominazione. Ed è proprio la zona eletta da Scuderia Italia.
«Un raffinato vino bianco con un’identità decisa, che riflette le sue origini.
Le brezze temperate del Lago di Garda e gli antichi terreni argillosi, di origine morenica, regalano a questo vino profumi, aromi e sapori inconfondibili che ricordano l’estate – dice Flavio Sartori, il giovane CEO di Scuderia Italia – Un vino identitario e difficilmente omologabile, risultato anche di una attenta applicazione di moderni processi di cantina, rispettosi del frutto».
Un vino prodotto in bottiglie griffate in appena 2.000 esemplari che ne fanno un cadeau prestigioso. Di colore giallo intenso, con belle glicerine che ricamano il bicchiere con ampi archetti, una sfumatura verdolina. Ricorda il mio Lugana d’infanzia. E’ la cifra di un vino elegante ed importante. Ancorché il 2017 abbia visto una stagione ricca di insidie, prima le gelate, poi le temperature elevate e la prolungata siccità, ma queste circostanze, dice Flavio Sartori «nella nostra zona non hanno influito in modo significativo sulla produzione e sulla qualità delle uve. Un’annata – conclude Flavio Sartori – facilmente paragonabile a quella del 2015». Così i 13 gradi alcolici non si sentono e pare ben equilibrato il rapporto sapidità dolcezza alcool. Una pienezza aromatica alla quale fa da contraltare la freschezza di sentori agrumati, di pompelmo rosa. Un vino che stuzzica la beva per le sue fresche note floreali ed un finale tuttavia piccantino con sfumature balsamiche , di rosmarino ed alloro. Si avverte nel lungo filale pulente la mentuccia ed il timo.