(di Daniela Scaccabarozzi – seconda parte). Questa la nostra selezione di Vermouth della tradizione torinese: da ricordare che vanno serviti sempre freddi, ad una temperatura tra gli 8 ed i 12 gradi, liscio o con ghiaccio, magari aggiungendo una fetta di arancia (per il rosso) o la buccia di limone (per il bianco).

Bordiga 1888

La casa cuneese ha ideato il suo primo vermouth nell’anno in cui è nata, il 1888, per mano del Cavaliere Pietro Bordiga, appassionato erborista e grande conoscitore delle botaniche alpine e delle spezie orientali. Questa azienda produce internamente i suoi prodotti, seguendo ricette storiche ed utilizzando metodi tradizionali, macerando tra  l’altro fiori ed erbe per 45/50 giorni, in maniera separata.

Vermouth di Torino Superiore Riserva Excelsior (Barolo, Trebbiano e Moscato). Olfatto elegante e polposo di ciliegia candita, frutta rossa, speziatura dolce di chiodi di garofano, cannella, china, a cui seguono arancia, genziana ed un soffio di sambuco. Al palato risulta subito sapido, di buon corpo, invitante, ben dosato nei contrasti dolci ed amari. Di grande pulizia, di una rigorosità sabauda, che non stanca mai, sembra non lasciare spazio allo zucchero, che subito viene stemperato da erbe e tannini. Echi di scorza d’arancia sul finale.

Carpano

La moderna “Fabbrica Vermouth & liquori” fu fondata da Giuseppe Carpano, nipote di Benedetto, il famoso inventore del vermouth nel 1820, che la cederà poi ai suoi due figli che la amplieranno fino al bombardamento del 1943 che distrusse lo stabilimento. La ripresa produttiva fu possibile grazie alla famiglia Turati nel 1946 e nella prima metà del ‘900 rimase un piccolo stabilimento con una produzione piuttosto di nicchia. La storia della Carpano a Torino termina nel 1980 quando i Turati morirono senza eredi e la moglie dell’ultimo capostipite decise di vendere marchio e produzione alla F.lli Branca che si trasferì a Milano.

Vermouth Antica Formula (vini bianchi italiani). Ostenta tutte le raffinatezze odorose, con netti richiami al rabarbaro, alla china e all’arancia rossa e poi speziato di noce moscata, chiodi di garofano, vaniglia, zafferano, uva sultanina e frutta secca. Anice stellato ed uno sbuffo balsamico a chiudere. In bocca è rotondo, ben modellato, di struttura media. Si muove con grazia, leggiadro, sospinto da vena acida sottile che gioca con una dolcezza mai stucchevole. Le spezie, le erbe e le note di rabarbaro percepite aggiungono spessore al vino che risulta anche ben bilanciato da un prezioso sottofondo medicinale.

Casa Martelletti

Casa Martelletti è originale anche nella sua storia, perché non si tratta di una cantina spumantistica e di vermouth, ma di un palazzo presente a Cocconato (AT), dentro il quale era situata un’antica farmacia risalente ai primi del 1800. All’interno di essa, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio, fu trovata la ricetta di un vecchio vino fortificato medicale , un vermouth con caratteristiche originali, che fu attualizzato e prodotto con il nome del palazzo di cui la farmacia prendeva il nome. A Perlino, storico produttore astigiano di spumanti e vermouths che ha acquisito il marchio Casa Martelletti negli anni ’90, va il merito di aver fatto rivivere questa ricetta, salvandola dall’oblio.

Vermouth di Torino classico (vini bianchi italiani tra cui moscato ed inzolia). Denso di profumi penetranti dolci e poi amari di radici tra cui emergono rabarbaro, china, cannella, vaniglia, arancia amara, zafferano e tratti più pungenti di genziana. Assaggio appagante, seducente, con una spiccata sapidità e freschezza. E’ intenso, molto equilibrato, screziato da rimandi amari di radice, scorze e spezie. Persistenza da primato. Chiude lungo con una nota dolce ed agrumata insieme. Coda leggermente tannica sul finale.

Chazalettes

Altra realtà storica, leader del mercato nel periodo d’oro e molto orientata anche all’export, sorta a Torino nel 1876 grazie a Clemente Chazalettes e che ebbe un immediato successo grazie alle sue capacità. Nel 2015 il marchio è passato nelle mani della famiglia Bava, che ha iniziato a collaborare con la famiglia Chazelettes, dalla quale ha acquistato anche gli archivi storici e le ricette originali.

Vermouth di Torino rosso della Regina (Moscato, Cortese, Barbera e Nebbiolo). Naso caldo e fruttato di ciliegia e prugna, per evolvere poi in floreale ed agrumato. Una stratificazione di sentori che svelano una ricchezza olfattiva che riporta a spezie lontane (zenzero, china, cannella, cardamomo) ed erbe aromatiche nostrane (salvia, timo, basilico, maggiorana). E’piacevole al gusto, lineare, fresco e di una certa eleganza. Semplice, ma per niente scontato, possiede un fascino d’altri tempi.

Giulio Cocchi

Se Carpano ha inventato il vermouth, è a questa casa che dobbiamo riconoscere il merito di averlo riportato agli antichi splendori. Cocchi è stato infatti il primo ad intuire il suo ritrovato interesse, a seguito di una nuova curiosità e ricerca da parte del mercato statunitense, rimettendo in produzione un vermouth dalle caratteristiche superiori. Fondata nel 1891 proprio da Giulio Cocchi, pasticcere fiorentino trasferitosi ad Asti, la sua carriera fu costellata da continui successi, anche per l’apertura di numerosi bar sia in Piemonte che in Liguria. Dalla fine degli anni ’70 il marchio Cocchi è passato nelle mani della famiglia Bava.

Storico Vermouth di Torino (Moscato bianco). Dalla spiccata identità, si rivela con refoli intensi ed articolati che si esprimono con numerose erbe alpine, china, cioccolato, noce moscata, arancia amara. Possiede inoltre una certa aromaticità, con una scia balsamica sul finale. Di grande opulenza gustativa, è fresco, persistente, dolce ed equilibrato. Finale lunghissimo di rabarbaro ed agrumi.

Compagnia dei Caraibi

La società si trova nell’Alto Canavese e, oltre all’importazione di distillati e liquori, produce vini da moltissimi anni sulle colline limitrofe, che sono alla base dei loro vermouths.

Vermouth di Torino Rosso Riserva Carlo Alberto (Erbaluce di Caluso e Moscato d’Asti). Profilo olfattivo complesso, con sentori di ciliegia sotto spirito, rabarbaro, fiori di achillea e fava Tonka, erbe selvatiche (tarassaco e menta), un cuore di calde spezie in cui spicca la cannella, l’arancia amara e la quassia esotica. In bocca è fresco, fragrante, sapido, di buona corrispondenza gusto/olfattiva. Dalla lunga persistenza, termina con una piacevole nota amaricante di rabarbaro, arancia e lieve speziatura.

F.lli Gancia

Azienda fondata nel 1850 da Carlo ed Edoardo Gancia, molto importante non solo per la produzione degli spumanti, ma anche nella evoluzione del vermouth. E’ infatti la prima a creare la prima versione in bianco della storia nel 1915, concepita per un pubblico femminile.

Vermouth Rosso di Torino (vini bianchi italiani). Bouquet dolce e suggestivo, che ricorda l’amaretto, per poi spostarsi su sfumature di noce moscata, chiodi di garofano, china e scorze d’arancia a profusione. L’assaggio è morbido, avvolgente con un mix di dolce amaro, molto stuzzicante. Mai stucchevole, la sua rotondità è ben fusa nella struttura generale di questo vermouth. Lungo epilogo, sapido e speziato dalla vena amaricante, con un ritorno di arancia, china e caramello.

Antica Distilleria Quaglia

Piccola e storica realtà che risale al 1890 ed acquistata nel 1902 dal bisnonno dell’attuale proprietario, arrivata ormai alla quarta generazione che produce internamente i suoi prodotti. E’ inoltre certificata biologica ed è stata insignita del premio “Eccellenza artigiana” dalla regione Piemonte.

Vermouth di Torino Superiore Berto Bianco (Cortese DOC). Finissimo e dolce al naso, è molto profumato, con un evidente cenno agrumato che richiama lo zenzero e la curcuma, uno fiorito che ricorda la rosa ed uno aromatico legato alla salvia. Si presenta conciliante ma regale, sottile e sfaccettato. Dal sorso gustoso, vibrante e compatto, è armonico e vellutato. Si congeda lungo, con una bella scia sapida, arricchita da sinergica freschezza.

Antica Distilleria Quaglia

L’etichetta “Del Professore” vede la luce grazie ad un’idea di Carlo Quaglia (delle Distillerie Quaglia) e dei ragazzi del “Jerry Thomas Speakeasy” di Roma (Jerry Thomas è considerato il padre putativo di tutti i barmen e per questo soprannominato “The Professor”). Il vermouth nasce nel 2013 dalla collaborazione di Leonardo Leuci, barman d’eccezione ed esperto di bitter ed infusioni, dello staff del Jerry Thomas Project, il famoso locale di Roma, riconosciuto come uno tra i 50 migliori locali al mondo. Il binomio Leuci-Quaglia ha voluto cimentarsi con la realizzazione del prodotto principe della miscelazione di fine ‘800 ottenendo un buon successo ed un consenso fra gli addetti ai lavori.

Vermouth di Torino classico “Del Professore” (Moscato). Conquista il naso in maniera originale, con nobili complessità di sentori agrumati e poi aromatici ed al tempo stesso delicatamente fioriti, che ricordano le erbe di alta montagna. Frutta bianca matura ed una nuance più acuta di spezie a chiudere il travolgente bouquet olfattivo. Bocca densa e profonda, scandita dal rincorrersi di sapori sapidi e dolci ben declinati, integrati in un corpo piuttosto robusto, ma dal passo agile che scorre come velluto. La dolcezza c’è, è flautata e fa da spalla ad una incessante freschezza, dai prepotenti ricordi agrumati e speziati insieme.