(Enzo Russo) L’Azienda Agricola Cantine Collalto della Principessa Isabella Collalto è una delle più importanti realtà vitivinicole del Prosecco,   un vino profumato, fresco e giovane che si è fatto apprezzare dai palati più esigenti con tanti riconoscimenti ricevuti in campo internazionale.  Sta vivendo un momento felice perché, attraverso la ricerca e sperimentazione, in questi anni l’azienda ha rafforzato la propria immagine investendo moltissimo sulla qualità. Ha  zonato tutti i vigneti per dar loro un’identità con “nome e cognome” alle diverse tipologie di prosecco, perché ogni terreno ha la propria caratteristica specifica da cui si ottiene un certo tipo di vino. Ma oltre aver realizzato questo progetto con successo, a fine anno 2020 la cantina Collalto ha dato vita ad un nuovo vino, una novità quasi unica, Ottaviano – Prosecco superiore Brut Nature – Metodo ancestrale , fatto con uve Glera (min 85%), Verdiso e Bianchetta. Lo abbiamo degustato con attenzione. Nel bicchiere si presenta con una leggera velatura derivante dai lieviti, è ben strutturato, secco, profumato e ricco di bollicine. Non è il classico Prosecco, ma un vino più impegnativo che si esalta con piatti saporiti, formaggi stagionati e carne grigliata. Per il palato è stata una vera sorpresa anche il piacevole sapore leggero amaro. Con questo Ottaviano sarà difficile chiedere un prosecchino. Ne parliamo con la responsabile marketing Nicoletta Piovesan, appena rientrata dalla Russia, che è un po’ l’anima dell’azienda Collalto, sempre in giro per l’Europa, Cina, Giappone e oltre Oceano a promuovere e far conoscere il Prosecco, l’eccellenza della cantina.

Come nasce il Prosecco Ottaviano?

“Il nostro spumante sui lieviti, è stato prodotto con un “metodo antico”, antico come le radici della famiglia Collalto che risalgono al lontano 958 quando re Berengario donò al capostipite Rambaldo I i vigneti sui colli di Susegana. É il conte Ottaviano Antonio, chiamato anche il “conte agricoltore” che, con una visione lungimirante, dà il maggior contributo all’innovazione e pone le basi di quella che sarà la moderna enologia. Il prosecco “sui lieviti” rappresenta le origini dell’attuale prosecco spumante, una visione che pochi uomini illuminati hanno avuto oltre 100 anni fa. Il nostro “sui lieviti”, in versione spumante, è dedicato proprio ad Ottaviano”.

Quali sono i procedimenti per fare il prosecco ancestrale?

“Vinificazione con una pressatura soffice, segue poi la fermentazione con gli zuccheri naturali e i lieviti indigeni in serbatoi di acciaio termo-condizionati a temperatura controllata (16°C). La presa di spuma avviene in bottiglia come per il Metodo classico. Il vino base, con i lieviti autoctoni, viene imbottigliato, tradizionalmente fra aprile e giugno, e la ri-fermentazione, grazie a temperature più elevate, riprende in modo naturale. Segue un periodo di sosta di 90 giorni in cui i lieviti rilasciano nel vino le preziosissime mannoproteine che fanno sì che il vino si ammorbidisca e si conservi naturalmente per molti anni. Al termine della fermentazione non si effettua il “dégorgement” e i lieviti ancora all’interno della bottiglia conferiscono allo spumante una leggera velatura che è la caratteristica tipica di questa rifermentazione in bottiglia”.

Come è andata la vendemmia?

“E’ stata soddisfacente nella media e anche la qualità è stata all’altezza delle nostre aspettative”. E per quanto riguarda Corona Virus avete avuto problemi? “Certamente,  la nostra è un azienda che lavora esclusivamente nel canale horeca di livello medio alto, niente grande distribuzione e quindi siamo stati penalizzati sia in Italia che all’estero, fortunatamente abbiamo avuto il nostro punto vendita che ha lavorato abbastanza bene vendendo ai privati. E’ un brutto periodo per tutte quelle aziende che producono vini di qualità che per l’azienda Collalto si tradotto in un meno 20% di vendite. Tutte le fiere sono state annullate e per cercare di limitare i danni economici stiamo incentivando le vendite on line e poi di puntare su quei mercati che hanno sofferto di meno con le chiusure come la Cina, Giappone, Corea, Repubblica Ceca e Slovacchia”.

Sarete presenti al Vinitaly?

“Si, ma certamente sarà una fiera sotto tono con molte incognite che vanno dall’arrivo degli stranieri, i buyer, gli operatori del settore e l’afflusso dei visitatori”.