Il termine Rinascimento, un po’ oggi utilizzato a sproposito, invece si adatta bene al contributo all’economia di distretti viticoli forse un po’ periferici rispetto ai grandi assi di sviluppo del commercio del vino, che offrono grandi opportunità dall’utilizzo delle uve di tradizione. E’ questo il caso dell’esperienza di Jako Wines nella produzione di un nuovo vino bianco di prestigio, nato dalla collaborazione tra Severino Barzan e Riccardo Cotarella e dalla passione per il Midi francese. Campocasa e’ un 100 per cento Roscetto . Le sue origini, pare, derivino dalla Francia e strettamente legate al periodo in cui Viterbo, nel 1257, fu sede pontificia. Da allora è presente in zona, come testimoniano, appunto, alcuni documenti dell’epoca e dei secoli successivi, che elencano alcuni vini laziali realizzati proprio con le uve Roscetto.
Galeotta fu l’edizione del 2019 del Challenge Internazionale Euposia, che vide Presidente Riccardo Cotarella e Presidente Onorario Severino Barzan, ospitata ad Orvieto e la cena offerta dai produttori del Consorzio . In quell’occasione emerse la volontà di percorrere la possibilità di un progetto di grande livello dedicato alla valorizzazione proprio del roscetto. Fu così che Luca Berti, Ceo di Jako Wines grande appassionato di vino, persona dalla mentalità aperta e curioso venne invitato nel territorio. Due ettari di terreno vitato, posti a 300 metri s.l.m. nella zona di Montefiascone. Il terreno è friabile e ricco di scheletro, con un sistema di allevamento a cordone speronato che raggiunge una densità d’impianto di 4200 ceppi per ettaro. L’età media delle viti è di 16 anni, con una produzione di 60 q.li ettaro e resa in vino del 55%. L’acidità totale è pari a 5,8 gr./l. All’arrivo in cantina le uve selezionate vengono sottoposte a trattamento di criomacerazione per 8 ore a 8°C, così da esaltarne le caratteristiche varietali del Roscetto.
La prima parte della fermentazione alcolica avviene in tini di acciaio ad una temperatura di 13-15°C. La seconda parte della fermentazione alcolica e quella malolattica avviene in barriques ove il vino continua la sua evoluzione per 4 mesi. L’evoluzione aromatica viene arricchita dal batonage eseguito ogni 15 giorni. Il vitigno Roscetto, anche chiamato Rosciola o Rossetto, un vigneto autoctono con particolare predisposizione all’invecchiamento.
Nasce così la prima annata del Campocasa 2017. Il nome viene da un casolare in mezzo alle vigne , una “casa nel campo” utilizzata dai contadini addetti che qui si fermavano per riposare. Cotarella del resto è un profondo conoscitore delle potenzialità dell’uva, studiata anche insieme all’università di Milano. Da studi sul Dna effettuati dal professor Attilio Scienza, deriverebbe dalla famiglia delle uve Greco. Luca Berti ha così accolto la sfida lanciata da Riccardo Cotarella e Severino Barzan tesa a dimostrare come anche da un terroir oggi un po’periferico, ma un tempo posto sulle grandi vie di comunicazione quando la sede del papato era ad Avignone, possa scaturire innovazione e reddito puntando sulla qualità delle uve tradizionali.
“Per recuperare gli antichi vitigni della zona. Il territorio, infatti, aveva goduto nei secoli di grande fama grazie alle produzioni di vini straordinari, esclusivi delle mense papali e dell’antica nobiltà ma, da innumerevoli decenni, versava in una preoccupante situazione di abbandono. Iniziarono così lunghi anni di ricerche e di selezioni con lo scopo di isolare antichi cloni, ormai considerati estinti, e delicate microvarietà di ineguagliabile valore aromatico e organolettico che, nei vigneti specializzati degli anni Sessanta, erano quasi del tutto scomparse. dice Luca Berti .
Risultato un grande vino da uva a buccia bianca di grande carattere, sino a pochi anni fa quasi in disuso- oggi declinata in esaltanti espressioni nelle tipologie metodo classico, passito e bianco secco grazie alle sperimentazioni dell’infaticabile Riccardo Cotarella.