(di Carlo Rossi) Aube, alba, in francese. Champagne Aube-Ardenne, come enclave amministrativa, viene istituita nel 2016, divenendo il  Grande Est, della Francia Settentrionale.  Formato quasi interamente dall’antica contea di Sciampagna, l’Aube deve alla varietà dei terreni la molteplicità delle sue interpretazioni in bottiglia. Storicamente legata più alla Borgogna, con cui era inglobata sino alla Rivoluzione Francese, che alla Champagne. Silenzioso scorre il fiume Aube, che attraversa paesaggi da cartolina. Un paesaggio la cui identità vitivinicola è stata raggiunta negli ultimi cento anni da uomini caparbi e determinati, riusciti a fornire concretezza al sogno di produrre eccellenza in un territorio che, sino ai primi del novecento, era escluso   dalla denominazione Champagne, in  una regione vitivinicola molto antica, retrodatabile sino al tempo in cui i Romani, sempre loro, piantarono le prime vigne ad Urville. L’alba di una “nuova” Champagne.

Nella Champagne pouilleuse, dove la creta bianca è in ogni parte a fior di terra, l’aridità è causata dalla mancanza d’argilla silicea e di limo. La creta scompare sotto l’argilla terziaria nella foresta d’Othe, che si presenta come una grande oasi, coi suoi boschi e con le sue piantagioni di meli da sidro. Ma la maggior parte degli abitanti è concentrata nelle valli, che sono fertilissime. Risalendole, si osserva una quantità di affluenti ramificati in una rete di ruscelli; dappertutto l’acqua è alla superficie degli strati argillo-sabbiosi del Cretacico inferiore. La Champagne humide è per il contadino il bon pays. Prima di tutto, lo spirito di una famiglia. Si conoscono tutti a Meurville, paesino di 180 anime, luogo d’elezione della Maison di Recoltant Manipulant Perron Beauvieu. Qui dove si casca, si casca bene. L’autunno favorisce una gita , appena finita la vendemmia, quando i vigneron sono più rilassati ad accogliere come si deve l’ospite.

Una etichetta degli Anni Sessanta di Champagne Perron Beauveu

La Cuveè Elegance Brut di Perron Beauvieu è un vino interessante. Si stacca dalle modaiole nature (dovrebbe riservarsi solo alle grandissime iconiche annate) in virtù di un dosaggio equilibrato, che in questo caso bene bilancia le note di piccoli frutti a bacca rossa con il gran minerale e freschezza tipiche dell’areale dello chardonnay. Il palato si lascia così ammaliare dalla nostalgia per ricordi di uno stile vicino al Belle époque, grazie al suo 15% circa di Chardonnay. La cuvée è il risultato dell’assemblaggio di tre diverse annate di Pinot nero, Meunier e Chardonnay: la base 2014, e due riserve, non meglio specificate in etichetta. Dosaggio 8 gr litro.  Il palato viene avvolto in una spumeggiante Mousse incantevole, che cela la sciabola della freschezza e sapidità data dal riposo di sei anni sui lieviti. Persistenza, coerenza e tradizione salgono al naso, estendendone le linee di profumi, grazie anche al colore che appare appunto un albeggio autunnale.  Non risulta affinamento in legno dalla scheda tecnica.

Tra l’Aube e la Senna si snoda la Rute de Champagne  e di qui l’hanno cominciato ad importare con grande riscontro Marco Maini e Stefano Bazzoni che hanno costituito MB Champagne des Vigneron “in una sera a cena” come racconta Marco. La maison Perron Beauvieu è a Meurville da otto generazioni, il primo antenato di cui si ha memoria incomincia ai primi del ‘900. Monsieur Fabrice, non ancora quarantenne, attuale proprietario, è membro di Champagne viticole e presidente della stessa nella “sezione locale” di Meurville. Ovviamente poche bottiglie da degustare con calma.