(di Carlo Rossi) Prima non c’era. Adesso c’è. E la curiosità è viva per la terza annata del Donna Augusta, blend salentino di chardonnay, fiano e verdeca. Per questo vino, del ticket Vespa-Cotarella, è stato organizzato un evento di presentazione riservato ad un numero ristretto di degustatori. Ricorda il tema delle stagioni di Vivaldi. Indubbiamente fare un vino è un “cimento” e questo Donna Augusta che mette insieme tre uve bianche che esprimono al meglio l’areale di Cellino San Marco nella loro trilogia formano davvero un concerto Grosso. Primo movimento lo chardonnay allegro, profumato, vivace che fa 50% in botti americane di primo passaggio, per quattro mesi, poi la malolattica e altri 2 mesi sur lie. Poi, secondo movimento, un super fiano che sta tre mesi in botti francesi di secondo passaggio dove apprende sentori di albicocca e mango. Infine a chiudere il concerto una super verdeca, che fa tutto acciaio e presenta note di acacia e cedro. Poi il direttore d’orchestra Cotarella combina la partitura e l’impresario Bruno Vespa detta la linea confermando che se le annate non sono top il vino può anche non uscire. Variazione rispetto a Vivaldi, il concerto di Donna Augusta e’ di tre anziché quattro movimenti. Infatti il concerto vivaldiano prevede l’esecuzione dei primi 4 concerti dall’opera il Cimento dell’armonia e dell’invenzione, conosciute al grande pubblico come “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi,
Quando negli anni ’20 del XVIII secolo Antonio Vivaldi scrisse Il cimento dell’armonia e dell’inventione probabilmente non immaginava di star lasciando all’umanità alcune delle pagine non solo più memorabili e splendide, ma soprattutto più famose della storia della musica. E così al terzo atto della saga del Donna Augusta, sembra avere la stoffa per rappresentare alla perfezione il Salento. Ne testimonia un fatto avvenuto in diretta, mentre si svolgeva la degustazione, con già il primo consistente ordine che andrà su da tavole esclusive d’oltreatlantico. Segno che il vino è pronto ad essere servito e che presenta una bella versatilità, beva accattivante, mineralità che non disturba il palato. Finale lungo . Se si aspetta un attimo, col giusto bicchiere, si nota come il vino sia una cosa viva e cambi nuances. Da agrumali ad albicocca e a note mediterranee accentuate. Rosmarino e timo . Come la musica di Vivaldi anche il Donna Augusta 22 è semplicemente perfetto in tutto, dalla melodia al ritmo all’arrangiamento a qualunque altro aspetto, e riesce a comunicare con esattezza delle immagini come e talvolta meglio delle parole il territorio salentino. Destinato ad un buon invecchiamento , il Donna Augusta si posiziona su una fascia di prezzo medio-alta, ma può ben rappresentare , a pieno titolo, una di quelle eccellenze anche culturali che il Made in Italy sa offrire. Oltre 3.000 bottiglie prodotte.